BAM Piemonte Project 2004 Prima edizione della Biennale del Piemonte
Villa Giulia > Verbania Pallanza
BAM 2004
LA PREMESSA
Il territorio piemontese ha rappresentato, in particolare nel corso dell’800 e del ‘900, un luogo deputato alla elaborazione ed al rinnovamento dei linguaggi dell’arte. Questo è stato evidente nel corso dell’Ottocento con personalità artistiche di rilevanza europea e numerose scuole di assoluta eccellenza, si citerà quella di Rivara, e, nel secolo successivo, con una grande quantità di movimenti e singoli autori di grande spessore. Basti pensare, in estrema sintesi, ad una figura centrale come Felice Casorati ed al Secondo Futurismo nella prima metà del secolo. Nella seconda parte questa vocazione territoriale nei confronti dell’arte contemporanea si è ulteriormente accentuata, prima con l’Informale, dove spicca il Laboratorio Sperimentale di Alba di Pinot Gallizio, fucina dell’avanguardia europea, poi con l’Arte Povera, infine con le ultime generazioni emerse negli anni’80 e ’90, smaniose di vedere concretizzato un passaggio di consegne generazionale da lungo tempo atteso. Una Biennale d’Arte Moderna e Contemporanea del Piemonte può rappresentare un momento di verifica e di promozione dei valori artistici presenti sul territorio. Pur nella logica di un mondo, nel bene e nel male, sempre più globalizzato, anche culturalmente, la difesa ed il supporto dei valori locali non va intesa in una dimensione di arroccamento provinciale, semmai come capacità di tutela di una specificità culturale in grado così di meglio confrontarsi in un ambito internazionale. Nello scorso mese di dicembre, presso le affascinanti sale post industriali del Fabrik di Moncalieri, si è svolta una interessante anteprima dove una selezione di artisti piemontesi dell’ultima generazione si è affiancata alla manifestazione “Freezone”, dedicata alla documentazione relativa all’Europa dei popoli e delle differenze culturali, ed alla personale di un atipico esponente dell’avanguardia torinese degli anni ’60 e ’70 come Sergio Putatti. L’evento ha inteso offrire un concreto esempio, non privo di spunti di interesse, sia per la qualità del materiale artistico esposto che per l’indubbio fascino della sede espositiva, di come l’ideatore ed il curatore della BAM, rispettivamente Riccardo Ghirardini ed Edoardo Di Mauro, intendono impostare la manifestazione, abbinando la salvaguardia dei valori del territorio, non solo dal punto di vista artistico, ma anche storico e promozionale, con la confezione di un prodotto culturale assolutamente non “provinciale”, nell’accezione deteriore del termine, ma viceversa in grado di competere e di suscitare interesse in ambito nazionale ed internazionale.
LA PROPOSTA
L’intento finale è quello di realizzare una manifestazione che, con rigorosa scadenza biennale, sia in grado di documentare la realtà creativa piemontese, non solo relativamente al prioritario specifico delle arti visive, pittura, scultura, installazione, video, fotografia, ma, in esteso, a quello delle espressioni artistiche in generale, dalle arti applicate, soprattutto il design, alla progettazione architettonica ed urbanistica, l’editoria, il fumetto e, perché no, anche una sezione dedicata alle eccellenze enogastronomiche della nostra regione. Tuttavia ci rendiamo conto del carattere sperimentale della prima edizione, per cui ci si limiterà ad una accurata proposta, di articolato respiro storico, dedicata all’arte contemporanea. Svariate sono le possibilità offerte, in chiave di rilettura e di approfondimento di singoli autori e correnti, da un territorio ricco di storia, soprattutto recente, come quello piemontese. Riteniamo che la prima edizione, in quanto tale e per la necessità implicita di colpire l’attenzione dei fruitori e degli organi di informazione, debba svilupparsi lungo un percorso storico cronologicamente esteso. Quindi una lunga ed articolata narrazione che parta dagli anni’70, da esperienze talvolta limitrofe ma in taluni punti stilisticamente divergenti da quelle che furono le coordinate formali della generazione dell’Arte Povera, per passare agli anni ’80, fucina di talenti di notevole spessore non ancora dotati, in molti casi, di consona storicizzazione, per giungere, lungo il percorso eclettico e contraddittorio degli anni ’90, ai giorni nostri. Questo un elenco degli artisti che si ritiene opportuno invitare, da intendersi naturalmente come provvisorio, per vari motivi, di carattere logistico, di ulteriore approfondimento selettivo e relativi a possibili rifiuti a partecipare, da darsi per scontati quando si affrontano manifestazioni di ampio respiro cronologico, data l’estrema complessità attuale del “sistema arte”.
Esperienze degli anni ’70 : Carlo Giuliano, Riccardo Cordero, Giorgio Ciam, Ezio Gribaudo, Duilio Gambino, Anna Comba, Sergio Putatti, Antonio Carena, Mario Russo, Enzo Bersezio, Giorgio Ramella, Massimo Ghiotti, Gianni Caruso, Mario Molinari, Plinio Martelli, Titti Garelli.
Anni ’80 : Salvatore Astore, Filippo Di Sambuy, Luigi Stoisa, Sergio Ragalzi, Andrea Massaioli, Emanno Barovero, Laura Avondoglio, Mario Marucci, Bruno Zanichelli, Pierluigi Pusole, Eraldo Taliano, Riccardo Ghirardini, Vittorio Valente, Enzo Obiso, Ferdi Giardini, Mauro Biffaro. Santo Leonardo, Bruno Sacchetto.
Anni ’90 : Ferruccio D’Angelo, Enrico De Paris, Sergio Cascavilla, Mercurio, Matilde Domestico, Corrado Bonomi, Alessandro Rivoir, Enrica Borghi, Theo Gallino, Nicola Bolla, Valerio Tedeschi, Daniele Galliano, Francesco Di Lernia, Luisa Raffaelli, Dario Colombo, Daniela Dalmasso, Dario Ghibaudo, Mimmo Borrelli, Luisa Rabbia, Paolo Grassino, Francesco Lauretta, Marzia Migliora.
Ultime tendenze : Gianluca Rosso, Angelo Barile, Domenico Piccolo, Tea Giobbio, Stefania Ricci, Stefano Martino, Gianluca Nibbi, Antonio Mascia, Beppe Giardino.
LOCATION
Il lago Maggiore come altre aree di confine e dalla storica tradizione turistica e dai notevoli flussi migratori, prima di emigrazione (verso Francia, Svizzera, Belgio) poi di immigrazione (dal Veneto e dal Sud Italia) stenta ad avere un’identità artistico-culturale forte (colpa-merito anche della vicinanza con la metropoli milanese). La sua identità forse più forte dal punto di vista artistico è quella del paesaggio (non a caso al paesaggio è dedicato il museo di Verbania) lo dimostrano i giardini realizzati tra ‘600 e ‘700 sulle isole Borromee, quelli dell’Ottocento di Villa San Remigio e del Novecento di Villa Taranto a Verbania, senza ricordare tutte le decine di parchi e di ville private. Questi due elementi l’essere area di confine e quindi di transito tra culture, ma anche di confine tra “elementi”, tra acqua e pietra (il marmo del Duomo di Milano proviene dalle cave del vicino Lago di Mergozzo), e dall’altro l’avere nella cultura del paesaggio la massima espressione artistica lo rendono un “set”, una “location” ideale per una proposta di biennale artistica che cerchi di promuovere l’arte contemporanea non semplicemente in spazi vuoti, ma in confronto-stimolo con un ambiente e un territorio che sono frutto di una ricerca e produzione culturale, di mediazione tra architettura e natura. Riteniamo importante, stante la natura del progetto, rivolgere l’attenzione verso zone del territorio non ancora sfiorate da quel forte interesse per l’arte contemporanea che da anni contraddistingue la politica culturale della Regione Piemonte. Il sito che ci pare quindi idoneo è quello del Verbano, luogo di grande fascino ambientale e richiamo turistico, la cui collocazione geografica è tale da consentire interessanti sinergie con il territorio lombardo e con quello svizzero, in particolare con Locarno, da anni sede di manifestazioni di prestigio internazionale. In particolare ci pare adatta allo scopo Villa Giulia, collocata nel centro di Verbania, anche per la presenza di un ampio giardino atto ad accogliere installazioni ambientali, che costituiranno una delle attrattive della BAM Piemonte Project 2004.